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Cultura: l'unica droga che crea indipendenza. le notizie sono «fatti»... oppure «opinioni»... ?



Cosa dobbiamo aspettare ancora?

B mafioso. E chi se ne frega?
(da un articolo di Giulio Cavalli dell’IdV)

Dunque B pagò a Vito Ciancimino 100 milioni, ma solo in Italia ciò non fare notizia. Qua un Governo ricattabile e corrotto vende ormai fumo per arrosto col consenso tacito di tutti.
E Maroni che fa? Il grande combattente contro la mafia. Chiude tutti e due gli occhi? Zitto e muto quando la mafia è nel potere?
Dei 100 milioni parla Massimo Ciancimino, figlio di don Vito, che è un testimone, non è un mafioso, ma è quel testimone che i magistrati di Dell’Utri evitarono con cura di interrogare.
A Ghedini basta dire che sono tutte invenzioni e l’onore del re è salvo. La Lega poi ci tiene ormai solo a sostenere qualsiasi orrore per tenere al potere se stesso .
Eppure lo conferma la vecchia moglie di Don Vito: «Si, mio marito incontrava negli anni 70 B a Milano. Ma alla fine si sentì tradito dal Cavaliere” E 25 milioni furono regalati da B ai Ciancimino.
In un paese normale sarebbe uno scandalo, da noi si parla dei pensili da cucina di Fini! E la Santanché scomoda l’obsoleto termine “conflitto di interessi” solo per Fini!?!
Nel processo Dell’Utri si parla (lo dicono i pentiti) di milioni che arrivavano ogni anno alla mafia da B, ci sono persino dei pizzini che ne parlano. E i Graviano andarono apposta a Milano per vedere Dell’Utri e investire i loro soldi sporchi, frutto di rapine e pizzi e sequestri, ma, poiché lo dice Spatuzza, per i giudici non è credibile, ne va della loro carriera e anche loro tengono famiglia e fingono anche che ad Arcore il narcotrafficante e pluriomicida Mangano ci stesse davvero a governare cavalli.
E il Pd che fa? Tace? Tiene bordone? Finge che la mafia sia stata inventata per la tv della Piovra? E La Lega ignora? E Maroni? Insabbia?
Nei 17 anni di B le leggi pro-mafia sono fioccate, sono state chiuse le carceri di massima sicurezza di Pianosa e Asinara; con la scusa della privacy si sono distrutti i tabulati telefonici più vecchi di 5 anni, si è peggiorata la legge sui collaboratori di giustizia (insieme al Pd) così che i pentiti sono quasi spariti (buttando il modello di Falcone e Borsellino); si è smantellato il 41 bis e col “giusto” processo si è data la facoltà di non rispondere.
Alfano ha proposto i chiamare in tribunale un numero illimitato di testimoni, per ingolfare ancora meglio i processi. Pecorella ha proposto il ricorso alla Convenzione Europea per la revisione dei processi (un’idea del vecchio Vito Ciancimino per annullare la sentenza del maxi processo di Palermo). Sempre ricalcando l’idea del vecchio boss Don Vito la Lega propone l’elezione dei giudici. Ad abbattere le difficoltà del riciclaggio ci ha pensato lo “scudo fiscale” a cui il Pd ha fatto provvidenzialmente mancare il numero dei presenti.
Cosa dobbiamo aspettare ancora? Un assassinio in diretta?

link masadaweb

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aspettando il 17 agosto 2010, solo morti diventano umani

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Kossiga confessa: ho fatto uccidere io Giorgiana Masi

Giorgiana fu uccisa il 12 maggio 1977 durante un sit in dei Radicali nel terzo anniversario della vittoria nel referendum sul divorzio.



«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì»

Queste parole non sono state pronunciate da un qualsiasi pazzo fanatico ma dal presidente emerito della Repubblica Italiana (le maiuscole e le minuscole non sono casuali …) Francesco Cossiga. Il senatore a vita ha così liquidato la libera espressione del pensiero di studenti, lavoratori, docenti, precari, sindacati di base.

Ora, intendiamoci, queste parole non dovrebbero stupire nessuno. Stupirebbero in una democrazia, non in Italia. L’Italia una democrazia non lo è mai stata. Sono sessant’anni che è sotto occupazione militare straniera. Sono almeno quarant’anni che ogni dissenso civile e popolare viene represso a furia di bombe e massacri di piazza. Le procure che stanno preparando la beatificazione di Calogero Mannino sono le stesse che tentarono di criminalizzare i carabinieri che arrestarono Riina.

Siamo il Paese nel quale, negli ultimi mesi, solo Grillo ha ricordato sul suo blog che ‘O Governatore Antonio Bassolino è indagato per la gestione criminale dei rifiuti. Crimini che stanno ricadendo sulla popolazione, costretta a convivere (o forse dovremmo dire a con-morire …) con la diossina e i veleni più tossici possibili.

Le parole di Cossiga, dichiarazioni rese ad un diffuso quotidiano, sono interessanti perché chiudono, o almeno dovrebbero, una pagina nerissima della storia di questa plutocrazia dittatoriale chiamata Italia: l’assassinio di Giorgiana Masi. Cossiga afferma espressamente che Berlusconi dovrebbe fare come fece lui. Conferma quindi quello che fu denunciato sin dall’inizio: la manifestazione fu infiltrata da facinorosi, agenti del potere, col solo compito di devastare e inquinare lo spazio civile.

Giorgiana fu uccisa il 12 maggio 1977 durante un sit in dei Radicali nel terzo anniversario della vittoria nel referendum sul divorzio. Leggiamo da Wikipedia:

“All’iniziativa del 12 maggio aderirono i simpatizzanti del movimento degli autonomi per protestare contro la diminuzione degli spazi di espressione politica ed il clima repressivo nei loro confronti. Nelle strade erano presenti centinaia di membri delle forze dell’ordine in assetto antisommossa, coadiuvati da agenti in borghese. Nella giornata scoppiarono diversi incidenti, con lancio di bombe incendiarie e colpi d’arma da fuoco. Nei giorni successivi diverse persone, tra quali il senatore Marco Pannella, sottolinearono in loro dichiarazioni la presenza di agenti in borghese nascosti tra i dimostranti”. Cossiga ha chiuso il cerchio: le accuse di Pannella e dei radicali erano vere. Giorgiana fu uccisa dalla violenza di Stato, dai provocatori del potere. In una democrazia compiuta migliaia, milioni di persone dovrebbero scendere in piazza e chiedere l’arresto immediato di coloro che occupavano poltrone e ruoli di governo. Non sarà così. Come non lo è mai stato. Quando ci sarà il prossimo morto le persone oneste e sincere, se ce ne sono ancora, si rileggano l’editoriale di Libero di ieri. Incorniciamo le dichiarazioni di Cossiga. Alla prima persona che insulterà, attaccherà i democratici e chi protesta ricordiamoci che 1 italiano su 5 ha votato colui che ha definito i magistrati “malati mentali”, il confino mussoliniano una vacanza, che da affermato testualmente “darò disposizioni al Ministro dell’Interno perché mandi la polizia”, il cui braccio destro ha definito il mafioso Mangano “un eroe” e un cui ministro ha detto che “con la mafia bisogna convivere”.

“Che vi vengano figli fascisti - questa la nuova maledizione - figli fascisti, che vi distruggano con le idee nate dalle vostre idee, l’odio nato dal vostro odio” Pier Paolo Pasolini

link www.girodivite.it




Per chi non dovesse conoscere bene la storia, le persone armate che si vedono alla fine del video sono dei poliziotti borghesi infiltrati. gastonemariotti.com/

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Berlusconi e Dell’Utri indagati per strage

Inchiesta sulle bombe del ’93, Berlusconi e Dell’Utri indagati per strage

Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri sono iscritti nel registro degli indagati della Procura di Firenze. Per strage. Lo scrive oggi il quotidiano l’Unità, rivelando che il presidente del Consiglio e il senatore Pdl compaiono nel fascicolo numero 11531 del 2009 con generalità protette, “Autore Uno” e “Autore Due”, come già successe nella prima indagine sulle stragi del 1993, poi archiviata nel 1998. “Da settimane, forse da mesi”, scrive sull’Unità Claudia Fusani, “risultano iscritti nel registro degli indagati della Procura di Firenze che da 17 anni indaga senza sosta sui mandanti occulti di quelle bombe che hanno ucciso sette persone, ne hanno ferite decine e messo in ginocchio l’Italia, che in quella primavera, dopo le bombe che nel 1992 avevano ucciso Falcone e Borsellino, si trovò a un passo dall’abisso e dal golpe”.
Il salto di qualità dell’inchiesta è stato determinato innanzitutto dalle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, il boss di Brancaccio, vicino ai fratelli Graviano, poi diventato collaboratore di giustizia. “I Graviano mi dissero che gli attentati di Firenze, Milano e Roma non ci appartenevano. Quello era terrorismo. Ma mi dissero anche che era bene portarsi dietro questi morti, così chi si doveva muovere si sarebbe mosso”. E ancora: “Giuseppe Graviano mi disse che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo. Mi parlò di Berlusconi e Dell’Utri: con loro ci eravamo messi il paese nelle mani”.
Ora l’indagine di Firenze, coordinata dai sostituti procuratori Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini e dal procuratore Giuseppe Quattrocchi, dopo un anno di lavoro, ha ottenuto una proroga di altri sei mesi. Dovrà trovare riscontri alle dichiarazione “de relato” di Spatuzza sulle bombe del 1993 agli Uffizi, al Pac di Milano, a due basiliche romane e sul fallito attentato allo stadio Olimpico della capitale.

link www.ilfattoquotidiano.it


1993: CRONOLOGIA DI UN ANNO TERRIBILE misteriditalia.it Ricordare il '93

23 maggio 1992 Strage di Capaci ... Capaci 5 vittime (tra cui Giovanni Falcone)

19 luglio 1992 Strage di via d'Amelio ... Palermo 6 vittime tra cui Paolo Borsellino)

14 maggio 1993 Fallito attentato di via Fauro ... Roma Nessuna vittima

27 maggio 1993 Strage di via dei Georgofili ... Firenze 5 vittime

27 luglio 1993 Strage di via Palestro ... Milano 5 vittime

28 luglio 1993 Bomba a San Giovanni in Laterano ... Roma Nessuna vittima

28 luglio 1993 Bomba a San Giorgio in Velabro ... Roma Nessuna vittima

31 ottobre 1993 Fallito attentato allo Stadio Olimpico ... Roma Nessuna vittima

link Bombe del '92 e '93 wikipedia

Sull’orlo del fallimento

Debiti per 4 mila miliardi. Così la Fininvest ha rischiato il naufragio. Poi, la quotazione in Borsa. Ovvero: come diventare ricchi con i «comunisti» al governo.


L’ipotesi B
La drammatica transizione italiana. Che cosa c'entra Silvio Berlusconi con le stragi del 1992 (Falcome e Borsellino) e con quelle del 1993 a Firenze, Roma e Milano?

Forza mafia
Il partito di Berlusconi e i suoi uomini in Sicilia e il Calabria. Le amicizie pericolose di Forza Italia nelle regioni di Musotto, Miccichè, Giudice, D'Ali, Matacena...

link www.societacivile.it




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nel paese ... dei balocchi ...

Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto. Dico così perché anche i nemici della democrazia non sono ancora del tutto consapevoli del potere della televisione. Ma quando si saranno resi conto fino in fondo di quello che possono fare la useranno in tutti i modi, anche nelle situazioni più pericolose. Ma allora sarà troppo tardi.
Karl Popper

Anarchico è colui che dopo una lunga, affannosa e disperata ricerca ha trovato sé stesso e si è posto, sdegnoso e superbo "sui margini della società" negando a qualsiasi il diritto di giudicarlo.
Renzo Novatore (da I fiori selvaggi, in Cronaca Libertaria, 1917). 

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L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Italo Calvino


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