Tra tre politici italiani si svolge il seguente dialogo:
A: In parlamento tre voti possono essere determinanti per salvare un governo. Ora noi applichiamo il “Do ut des”.
B: Ma no, perbacco! Che trovata! E chi l’avrebbe mai pensato. Il “Do …”?
A: Il “Do ut des”.
B: E questo “Do … ut des” dove si trova?
C: Io ti do tre voti a te e tu mi dai tre appalti a me.
B: Scusate la mia ignoranza in questa specie di politica. Ma io so che il deputato deve fare l’interesse dell’elettore, di colui che gli ha dato la fiducia e il voto.
A: Cose d’altri tempi queste!
B: Ah sì, roba passata? sormontata?
A e C annuiscono in segno di approvazione.
B: Io vado al comizio, parlo, prometto, prometto, prometto.
C: Prometta fogne, strade ponti. E noi ci pappiamo gli appalti.
B: E i gonzi, gli imbecilli, i burini, i fessacchiotti mi danno i voti…
A: Ecco, ecco, ecco!
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