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Non è il consiglio che ci si aspetterebbe dal direttore di una importante università. In una lettera aperta al figlio, pubblicata lo scorso novembre, Pier Luigi Celli, direttore generale dell’Università LUISS di Roma, ha scritto: “Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio (…). Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell’estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati.”
La lettera, pubblicata sul quotidiano La Repubblica, ha causato molta preoccupazione su scala nazionale. Per molti, Celli ha alimentato la crescente consapevolezza della generazione del figlio nel credere che le migliori speranze di successo siano all’estero. I commentatori ritengono che la fuga dei cervelli in Italia si stia accelerando e che il paese stia perdendo la sua risorsa più preziosa. E con riforme impossibili da realizzare per via dei radicati interessi e della politica alla deriva – una frattura nella coalizione di governo avvenuta questa estate sembra aver minacciato il governo di Silvio Berlusconi ancora una volta – molti cominciano a chiedersi se la tendenza possa essere invertita. “Constatiamo un flusso verso l’esterno e quasi niente verso l’interno”, dichiara Sergio Nava, ospite del programma radiofonico Giovani Talenti e autore del libro e blog La fuga dei Talenti, che parla dell’esodo... leggi tutto l'articolo su italiadallestero.info
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