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Cultura: l'unica droga che crea indipendenza. le notizie sono «fatti»... oppure «opinioni»... ?



un tiro Mancino alla giustizia

Vento forte tra Salerno e Catanzaro /1 /2 /3 /4

C’è una casa di cura in Calabria. E ci sono tre banche: una in Basilicata, una in Campania e un’altra in Emilia Romagna. Poi c’è una casa editrice, di proprietà di altre case di cura, questa volta in Campania. E poi ci sono due magistrati, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, pm di Salerno, che si vorrebbe trasferire a tutti i costi.

Dopo Forleo e de Magistris - una donna e un uomo -, ecco Nuzzi e Verasani, una donna e un uomo. Dev’essere la par condicio che vogliono Csm, Anm, (quasi) tutto il Parlamento.

Come mai? Megalomani, visionari, protagonisti, emotivi, pasticcioni, incompetenti anche i pm Nuzzi e Verasani (e gli altri cinque pm salernitani che indagano sulle toghe calabro-lucane)? O forse pericolosi, visto che hanno in mano quella “bomba atomica” di inchieste che stanno facendo tremare molti intoccabili di questo Paese e che sono state la ragione della illegittima aggressione a colpi di contro-indagini e contro-sequestri che i magistrati di Salerno hanno subìto da parte dei magistrati di Catanzaro?

Cerchiamo di capire un po’ meglio... continua carlovulpio.it

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nel paese ... dei balocchi ...

Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto. Dico così perché anche i nemici della democrazia non sono ancora del tutto consapevoli del potere della televisione. Ma quando si saranno resi conto fino in fondo di quello che possono fare la useranno in tutti i modi, anche nelle situazioni più pericolose. Ma allora sarà troppo tardi.
Karl Popper

Anarchico è colui che dopo una lunga, affannosa e disperata ricerca ha trovato sé stesso e si è posto, sdegnoso e superbo "sui margini della società" negando a qualsiasi il diritto di giudicarlo.
Renzo Novatore (da I fiori selvaggi, in Cronaca Libertaria, 1917). 

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L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Italo Calvino


Diano Marina