Perorazione in favore di uno scontro tra i leader europei e Berlusconi [De Morgen]
Il caporedattore Esteri Koen Vidal ritiene inaccettabile che il premier italiano sostenga il regime di Gheddafi. Se i leader europei vogliono conservare un minimo di credibilità sulla Libia, non possono più rinviare lo scontro con Silvio Berlusconi. La situazione in cui uno Stato Membro continua a sostenere un criminale di guerra come Gheddafi, minaccia di intaccare l’essenza stessa del progetto europeo.
Quanto segue è una perorazione in favore di una profonda crisi europea. All’inizio di questa settimana, i Ministri degli Esteri europei si sono riuniti per discutere della rivolta in Libia. Dopo la riunione, Catherine Ashton, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, ha rilasciato un comunicato, per condannare la spaventosa violenza in Libia e ha usato parole che è normale pronunciare riguardo ad una crisi del genere, ma senza aggiungere altro. La Ashton ha condannato “la repressione contro i manifestanti in Libia e ha deplorato la violenza e i morti tra la popolazione civile”. Nonostante la Ashton abbia poi aggiunto che l’Europa deve essere giudicata “per la sua capacità di proporre azioni concrete”, non sono state annunciate né sanzioni né altri provvedimenti effettivi.
Ogni volta che Ashton reagisce a una grave crisi di carattere globale con una dichiarazione senza consistenza, si capisce che c’è qualcosa che non quadra. Di solito significa che uno degli Stati Membri ha imposto una frenata, motivata da qualche interesse superiore. Nel caso della Libia, è apparso subito chiaro che è stata principalmente l’Italia a non voler ricorrere alle maniere forti per fermare Gheddafi. Il Ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha addirittura dato l’impressione di voler proteggere il Grande Capo. Secondo Frattini, l’implosione del regime libico potrebbe condurre addirittura ad una radicale islamizzazione e al sicuro ‘esodo biblico’ di 300.000 profughi. Tradotto liberamente: senza Gheddafi ci sarà il caos. Frattini ha poi aggiunto che l’Europa ha l’arrogante abitudine di voler esportare il suo ‘sistema democratico’ nel resto del mondo.
Le ragioni della simpatia italiana per Gheddafi sono note. La compagnia petrolifera Eni estrae in Libia quasi 250.000 barili al giorno ed è, insieme alla compagnia petrolifera di stato libica, azionista di maggioranza del gasdotto Greenstream, che trasporta il gas in Italia. Di per sé, questi vasti interessi naturalmente rendono comprensibile qualche esitazione. Ma gli interessi legati al petrolio non sono assoluti, e devono essere valutati insieme ad altri aspetti, come gli interessi della popolazione e i diritti umani...
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