▼ News ▼ Diano Marina ▼ Immagina ▲ Top
Cultura: l'unica droga che crea indipendenza. le notizie sono «fatti»... oppure «opinioni»... ?



Libri


-->


Cretinismo Scientifico


e sterminio dell'umanità
di Maurizio Blondet


«Gli scienziati europei oggi sono una specie di congiurati o di iniziati o come vi piacerà chiamarli, i quali hanno fatto della scienza una specie di monopolio e non vogliono assolutamente che si sappia di più o diversamente da essi»
(Joseph de Maistre, «Le serate di Pietroburgo», 1821)
Se già nel 1821 la reputazione degli scienziati era quella denunciata da de Maistre, oggi si può con certezza ipotizzare che nei confronti di questa casta, non più solo europea ma occidentale, il giudizio da parte dell'opinione pubblica sia altrettanto negativo.
In più si aggiunga che la cosiddetta scienza coltiva un progetto, sempre meno occulto, di sterminio di buona parte dell'umanità, come denuncia Blondet nel testo, con incredibile competenza scientifica per chi ha una formazione culturale umanista.
Dalla Genetica umana agli Organismi Geneticamente Modificati, dagli allarmismi del Global Warming alle minacce di Pandemie curabili con vaccinazioni di massa, passando per la Fisica, l'Astronomia, le super-tecnologie militari e i problemi di salute legati alla cattiva alimentazione, per chiudere con la drammatica realtà legata al businnes dell'Oncologia, Blondet annoda i fili di questi macroargomenti (a loro volta suddivisi in decine di approfondimenti monografici).


Confessioni di un sicario dell'economia



La costruzione dell'impero americano nel racconto di un insider
Di John Perkins



I "sicari dell'economia" sono un'elite di professionisti ben retribuiti che hanno il compito di trasformare la modernizzazione dei paesi invia di sviluppo in un continuo processo di indebitamento e di asservimento agli interessi delle multinazionali e dei governi più potenti del mondo; sono, insomma, i principali artefici dell'"impero", di cui disegnano - lavorando dietro le quinte - la vera struttura politica e sociale. Per dieci anni John Perkins è stato uno di loro, e ha toccato con mano il lato più oscuro della globalizzazione in paesi come Indonesia, Iraq, Ecuador, Panama, Arabia Saudita, prima di affrontare una graduale presa di coscienza che lo ha portato a farsi difensore dell'ecologia e dei diritti civili delle popolazioni sfruttate. In questa autobiografia, appassionante come un romanzo e documentata come un'inchiesta di denuncia, Perkins ci costringe a riesaminare sotto prospettive inedite e inquietanti l'ultimo mezzo secolo di storia, e a interrogarci sul nostro futuro. Un bestseller internazionale indispensabile per comprendere a fondo le dinamiche dell'imperialismo e le ragioni dei conflitti che alimenta. Prefazione di Loretta Napoleoni.

L'enigma del solitario


Cinquantadue carte, un jolly, un piccolo libro; la storia infinita dell'umanità.


di Jostein Gaarder


Chi sei, tu? Sei un fante di fiori, una donna di cuori, un asso di quadri, un due di picche? Già, perche ognuno di noi non è che una carta in quel grande solitario chiamato vita, una carta che esce a un certo punto del gioco, prende il proprio posto sul grande tavolo dell'universo e segue le regole che altri hanno stabilito. Ma che cosa ci accadrebbe se, nel «grande solitario», spuntasse un jolly? Probabilmente ci sentiremmo un po' come il dodicenne Hans-Thomas che, nel suo viaggio verso la Grecia alla ricerca della mamma (fuggita di casa per trovare se stessa), scopre un'isola incantata (in cui vivono cinquantadue nani, un naufrago pieno d'immaginazione e un folletto molto sarcastico) e finisce per capire che l'unico modo per non essere schiacciati dal destino è trasformarsi lui stesso in un jolly curioso e impertinente, sempre pronto a porre (e a porsi) domande su tutto e su tutti. Dopo l'indimenticabile Sofia del suo primo, clamoroso best seller, Jostein Gaarder, lo scrittore che ha saputo fare della filosofia materia di storie affascinanti, ha dato corpo, voce e infinita curiosità a un altro bambino per continuare a raccontarci, come soltanto lui sa fare, la favola filosofica del mondo.

Vaticano massone

Logge, denaro e poteri occulti: il lato segreto della Chiesa di papa Francesco

di Galeazzi Giacomo, Pinotti Ferruccio

Massoneria e Chiesa. Massoneria e finanza. Massoneria e Vatileaks. Massoneria e dittatura argentina. Massoneria e gesuiti. Massoneria e papa Francesco. I legami, il più delle volte occulti e segreti, tra Chiesa e massoneria sono tribolati e controversi, ma pure tra alterne vicende, sempre solidi. Ciò che da più parti si suggerisce e ventila è che dietro ai più recenti e rivoluzionari avvenimenti vaticani a partire dalle dimissioni di papa Benedetto XVI, ci sia la mano delle logge. E nei corridoi dei Sacri Palazzi si mormora che persino l'elezione del nuovo papa sia opera loro. Dopo un papato di chiusura come quello di Ratzinger, è probabile che siano molti tra gli affiliati a sperare di rinverdire grazie al gesuita Bergoglio le antiche simpatie tra Compagnia di Gesù e massoni. Basata su documenti scottanti - su tutti uno scambio epistolare inedito tra la Santa Sede e i vertici della massoneria - su interviste esclusive a personaggi chiave, come Licio Gelli, e su scrupolose ricostruzioni, un'inchiesta eclatante sugli intrecci molto stretti tra Chiesa, massoneria, politica, mafia, finanza. Un'indagine rigorosa che rende imperiosa una domanda: riuscirà il nuovo papa, lambito da sospetti (o almeno rumorosi silenzi) con la dittatura argentina, a sua volta fortemente massonica, a rinnovare davvero un'istituzione sulle soglie dell'anarchia?



Manuale del rivoluzionario

di Gabriele D'Annunzio



Nel 150° anniversario della nascita di Gabriele D'Annunzio, ecco il libretto rosso del poeta armato. Un'opera senza precedenti che rivela un D'Annunzio sorprendente, rivoluzionario e anarchico che auspica un "comunismo senza dittatura" e una rivolta contro la "casta politica", le potenze egemoniche e i poteri forti. Ammirato da Lenin, forte dell'esperienza di Fiume, il Vate invita a insorgere contro l'ingiustizia e l'oppressione, per un nuovo ordine politico e sociale e una vera Europa dei popoli. Un'antologia unica e attualissima dalle lettere, dalle opere e dai proclami, che svela un D'Annunzio fuori da ogni schema, che va a sedersi sui banchi della Sinistra e fustiga senza pietà l'Italia corrotta e imbelle.

Giovanni Tizian - La nostra guerra non è mai finita Giovanni Tizian
La nostra guerra non è mai finita


Questo è il viaggio di un giovane cronista attraverso le capitali italiane della 'ndrangheta. Dalle radici dell'impero alle nuove frontiere settentrionali dell'organizzazione mafiosa più segreta e potente. Tutto ha inizio a Bovalino, profonda Locride, quando viene ucciso un trentenne di etnia rom. Ha pestato i
piedi ai grandi capi della 'ndrangheta locale. Quell'uomo ucciso e sfigurato trascina Giovanni Tizian nel vortice dei ricordi della sua infanzia, fatta di violenza e sopraffazione. L'incendio della fabbrica del nonno, l'omicidio del padre, funzionario di banca, e i sequestri di persona che segnano quella terra affacciata sul mar Jonio. Episodi crudi, raccontati dall'"interno". Da quel giovane a cui le cosche hanno ucciso il padre, diventato poi giornalista in Emilia Romagna, la regione dove "emigra" nel '93 con tutta la sua famiglia. Proprio nella ricca e produttiva Emilia Felix inizia a raccontare il potere dei clan. Bologna, Milano, Roma, Piemonte e Liguria, luoghi in cui la mafia calabrese ha messo radici e ha stretto alleanze con la politica e l'imprenditoria. Tizian scrive, indaga, chiede e la 'ndrangheta gli
presenta di nuovo il conto, minacciandolo. Così dal 22 dicembre 2011 è costretto a vivere sotto la protezione dello Stato, perché la sua vita è in pericolo. Qualcuno crede di metterlo a tacere, ma lui, da cronista ostinato, non si lascia intimidire e continua a svelare intrecci, a consumare la suola delle scarpe.


Il colpo di Stato di banche e governi

di Luciano Gallino


Le politiche di austerità dei governi UE non segnano semplicemente un cedimento della politica al potere della finanza. Di piú: si è trattato di un colpo di stato che ha portato all’espropriazione subitanea e categorica delle prerogative dei cittadini e dei parlamenti da parte delle banche e dei governi con l’appoggio della troika di Bruxelles.
Dopo la crisi della Grecia e le situazioni di equilibrio precario di altri stati (Spagna, Portogallo e Italia), è ormai evidente che in Europa si stia assistendo a un vero e proprio processo di «de-democratizzazione». I governi della UE, infatti, tollerano da troppo tempo che il capitalismo (travolto dalla crisi e dagli scandali della finanza) detti loro le regole della politica. È sufficiente vedere la lettera che la Commissione Europea ha inviato al governo di centro-destra italiano poco prima della sua caduta, nel novembre 2011; o il Memorandum di intesa alla Grecia nel febbraio 2012; o, ancora, il Trattato di stabilità (o Patto fiscale) firmato dai capi di governo a marzo. Tutti questi interventi contengono dettagliatissime e imperative ingiunzioni in tema di finanza pubblica, mercato del lavoro, competitività e semplificazioni regolative. Con l’obiettivo primario di privatizzare i sistemi europei di protezione sociale al fine di dirottare il loro cospicuo bilancio (circa il 20% del Pil della UE) verso le imprese e le banche. Per contrastare questi esiti drammatici, argomenta Luciano Gallino, è urgente riprendere in mano il progetto federativo, a partire dal Trattato di Lisbona, e «costruire un ponte tra società civile e partiti, tra movimenti e partiti», e «un’ulteriore integrazione, un travaso di opinioni e di forze».

Manualetto del candidato



di Quinto Tullio Cicerone


Istruzioni per vincere le elezioni



"Se si deve parlare di prima repubblica, eccola. È quella descritta in questo manualetto, "Commentariolum petitionis", scritto da Quinto Tullio Cicerone ad uso del fratello Marco, che al momento di questa lettera si stava candidando al consolato e non era ancora il personaggio di immensa celebrità che avrebbe attraversato la Storia. Tradotto da Luca Canali, questo testo ci guida nei percorsi abili e astuti della repubblica romana. Ma ci offre anche indicazioni preziose per capire da quale mondo, da quale moralità e da quale visione viene la politica così come la viviamo e la conosciamo, la apprezziamo e disprezziamo noi, ai nostri giorni."

Cimit€uro - Uscirne e Risorgere



di Marco Della Luna


Come ripartire dopo il collasso globale dell'economia



Finalmente una mappa completa dei diversi meccanismi – alcuni ancora non resi noti – che stanno generando la crisi sistemica, con le loro implicazioni sui piani monetari, finanziari, economici e sociopolitici.

Un nuovo e indispensabile strumento con cui orientarsi per capire e affrontare la crisi.

Il mondo è diventato un grande Schema Ponzi dove gli interessi sul debito già emesso vengono pagati contraendo continuamente nuovi debiti: lo scoppio è inevitabile.

Grazie a Cimit€uro apprenderete che sono bastati due principi contabili falsi per far precipitare l'economia e la società nel buco nero di un indebitamento che non dovrebbe esistere. Quella che noi percepiamo come una crisi economico-finanziaria è invece una nuova strategia dei potenti della terra per concentrare il potere, dominare e sfruttare tutti noi, che abbiamo sempre meno potere di contrattazione, controllo e partecipazione.

Lo sporco lavoro dell'€uro per il predominio tedesco.

Per i paesi "euro deboli", con l'appoggio di falsi amici (come la Germania), si varano norme e istituzioni coercitive, attraverso cui il capitale finanziario, dietro l'etichetta "Europa", li asservisce in una stabile depressione, privandoli di ogni residua libertà e autonomia, e "prendendosi" i loro soldi, la loro capacità industriale e occupazionale. In questa luce divengono comprensibili i troppi, clamorosi "errori" di politica economico-finanziaria che hanno portato all'attuale situazione, e le scelte recessive, adottate anche dal governo Monti per gestirla, che hanno messo l'Italia nella condizione di non poter risollevarsi.

Sullo sfondo, risalta la stupidità e la corruzione della classe politica italiana.

Il sottobosco



di Claudio Gatti Ferruccio Sansa


Berlusconiani, dalemiani, centristi uniti nel nome degli affari



Il grande male italiano. La politica degli affari e gli affari della politica, quell'intreccio di interessi che raramente emerge alla luce del sole ma che condiziona in modo decisivo la vita del paese: ecco il sottobosco, il cuore politico-economico dove il business è business, indipendentemente dal partito di appartenenza, e l'interesse di pochi, i soliti, piega l'interesse generale. Gli autori spiegano come D'Alema e Berlusconi, due politici apparentemente schierati uno contro l'altro, in realtà alimentano un nucleo di potere che da vent'anni paralizza l'Italia. Esemplare l'affare del petrolio venezuelano: da una parte Roberto De Santis, che chiama D'Alema "fratello maggiore", e dall'altra Marcello Dell'Utri, ritenuto dal tribunale di Palermo cinghia di trasmissione tra Forza Italia e la mafia. In mezzo un mediatore come l'ex democristiano Aldo Micciché, latitante ed emissario della 'ndrangheta in America latina. Ogni occasione è buona per garantire favori e avviare affari, anche le signorine di Tarantini o la fondazione Italiani europei, finita sui giornali per le indagini della magistratura. Così le regole del merito e della sana competizione sono falsate e i grandi investimenti con risorse pubbliche decisi senza garanzie di trasparenza. Nessun taglio sarà efficace se non riuscirà a spaccare questa corteccia così spessa e diffusa. Nessun rilancio sarà possibile finché al potere rimarranno loro, gli uomini del sottobosco.

La Repubblica delle stragi impunite



di Ferdinando Imposimato


“I documenti inediti dei fatti di sangue che hanno sconvolto il nostro paese

La storia recente dell’Italia è attraversata da una lunga linea rossa, che va dalla bomba di piazza Fontana alle morti di Falcone e Borsellino.
Terribili eccidi di persone innocenti, sacrificate a trame segrete e oscure ragioni di Stato. Stragi ancora impunite, che hanno avvelenato il clima politico e sociale del nostro Paese e aumentato la sfiducia del popolo italiano verso le istituzioni. Ferdinando Imposimato – giudice da sempre in prima linea, che durante la sua carriera ha indagato su alcune delle pagine più drammatiche della parabola repubblicana – ricostruisce, con documenti inediti e una originale visione d’insieme, i fatti di sangue orditi da terroristi di destra e di sinistra, servizi segreti deviati, bande armate. Un’analisi lucida ed efficace, che non può non sollevare degli angoscianti interrogativi: quale ruolo ha avuto la politica nella stagione delle stragi di Stato? Perché alcuni uomini delle istituzioni hanno favorito quelle menti criminali? Quale collegamento esisteva tra la strategia della tensione e Gladio, tra gli americani e gli attentati che hanno drammaticamente caratterizzato gli anni di piombo e quelli a seguire?

Una rivoluzionaria indagine sulle pagine più oscure della storia italiana

Siete pronti per la verità?

Contro l'industria dei partiti



di Ernesto Rossi


“Il successo dei partiti politici dipende essenzialmente dall’efficienza della loro macchina, e l’efficienza della machina dipende essenzialmente dai quattrini disponibili. E per trovare i quattrini... abbandonano tutti i principi morali.”



Che forza e rigore nelle parole che Ernesto Rossi scrisse sui partiti negli anni Cinquanta dalle colonne de "il Mondo". Vale la pena davvero riproporle e farle leggere a tutti. Il male che oggi viene in superficie Rossi lo denunciava già allora con assoluta lucidità. I partiti come macchine di potere e basta, dove i soldi sono tutto, il programma niente. Chi ha i soldi più facilmente ricopre importanti funzioni nella macchina parlamentare e nelle istituzioni. Detta regole, favorisce accordi, tratta su tutto. I soldi non bastano, servono favori, vantaggi economici, posti di lavoro. Una denuncia netta contro i partiti di allora e un sistema che per forza di cose mette chi fa politica nella condizione di allearsi anche con le mafie e la criminalità. Più soldi, più voti, più potere. Questo libro propone gli articoli che Rossi scrisse specificamente sulla questione del finanziamento ai partiti e che non sono mai stati proposti da soli in un unico volume.

I professionisti del potere


di Elio Rossi



"Ho visto professionisti del potere sedere nei consigli di amministrazione di banche che hanno concesso crediti alle aziende di cui sono azionisti, ho visto le loro aziende acquistare azioni delle banche che li hanno finanziati, ho visto banchieri che fanno gli editori, industriali che fanno i ministri, ministri che affidano appalti alle loro aziende, notai e avvocati che votano in Parlamento leggi che riguardano i loro albi professionali, giornali impegnati in campagne di stampa a sostegno dei progetti delle società che li controllano, altri che sferrano attacchi ai loro concorrenti controllati da aziende avversarie. Il sistema nelle mani dei potenti vive in una condizione permanente di conflitti d'interessi multipli..."

Il contagio



Come la 'ndrangheta ha infettato l'Italia



Forti dell'esperienza maturata alla procura di Palermo, Pignatone e Prestipino, in Calabria da due anni, hanno portato nel palazzo di giustizia del capoluogo calabrese i metodi investigativi messi a punto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino contro Cosa Nostra. Dopo anni di silenzi, d'inchieste azzoppate, di veleni negli uffici giudiziari, i due magistrati siciliani arrivano al cuore della 'Ndrangheta, la più potente organizzazione criminale d'Italia. Prima di tutto riconoscendone l'unitarietà: un'unica ragnatela criminale, con una sola regia che ne dirige strategie e interessi. Nelle loro indagini Pignatone e Prestipino rivelano la faccia torbida delle relazioni tra la 'Ndrangheta e il paese ufficiale: non soltanto imprenditori e politici, ma perfino ufficiali.

Contropotere


Anni Settanta. In Italia si muovono forze insidiose per la Repubblica, dal 'partito del golpe' alla loggia P2, dalle cordate affaristiche alle bande criminali che spadroneggiano, fino agli estremismi manipolati da occulte cabine di regia. Ma sono anche anni in cui il giornalismo investigativo e d'inchiesta, quello che non piace al potere, ha i suoi momenti più alti. Sono gli anni di Marco Nozza, il re dei pistaroli, che segue implacabilmente gli sviluppi dell'inchiesta sulla strage di piazza Fontana, insoddisfatto delle verità governative; di Mauro De Mauro, che paga con la vita per aver guardato dove non doveva; di Fabio Isman, che finisce in prigione perché il dovere di cronista l'ha infilato in un oscuro gioco di potere; o, ancora, di Pino Nicotri, vittima del teorema '7 aprile' a causa della sua curiosità di cronista. Questo libro racconta queste e molte altre storie di un giornalismo che volle e seppe essere un quarto potere, e che in un'epoca come l'attuale, dominata dalla concentrazione delle proprietà e dall’omologazione generale, è impossibile non considerare come un esempio.

La Repubblica delle Banche


Dalla parte dei cittadini: come difendersi dal quotidiano inganno del sistema bancario

Da anni Elio Lannutti combatte le truffe e gli abusi compiuti dalle banche ai danni degli italiani. Fondatore dell’Adusbef, una delle più autorevoli associazioni di tutela dei consumatori specializzata nel settore bancario, finanziario e assicurativo, è ormai pubblicamente riconosciuto come il paladino dei risparmiatori.

Da un’esperienza profonda, vissuta sempre in prima linea, nasce un saggio di incredibile attualità, nel quale l’autore osserva e giudica la realtà dal punto di vista di noi cittadini.

Con una graffiante prefazione di Beppe Grillo, La Repubblica delle banche denuncia fatti e misfatti del più potente e corrotto dei sistemi di potere occulti, l’unico che quotidianamente compie illeciti legalizzati, ordina leggi a proprio vantaggio ed esercita un rigido controllo sui mass media italiani e di tutto il mondo.

Con il concorso della Banca d’Italia, vera e propria società per azioni posseduta e diretta dalle stesse banche su cui dovrebbe vigilare, o’ sistema bancarioagisce indisturbato sulla pelle di milioni di cittadini, casalinghe, pensionati, utenti e piccoli imprenditori, ricattati da soprusi a volte lampanti, a volte sottili e difficilmente perseguibili.

L' idiota in politica. Antropologia della Lega Nord

Alla fine degli anni ottanta, quando gli elettori lombardi sanzionano l'arroganza e la corruzione della classe politica votando per la Lega Nord, si fanno sedurre dall'intemperanza anche lessicale di Umberto Bossi. La sua "idiozia" politica, le maschere che di volta in volta indossa diventano la chiave del suo successo. Il suo stile verbale rievoca il buffone della tradizione medievale, non rispettando niente e nessuno, e deridendo a più riprese le istituzioni. Con lui la pratica politica smarrisce ogni riferimento di senso, diventando una giravolta di annunci, minacce, promesse e intenzioni, in una parola "spettacolo". Il suo linguaggio e le sue maniere rimandano ai personaggi della Commedia dell'arte: il politico Bossi si trasfigura nella maschera Bossi. Come emerge da questo approccio etnografico, la Lega Nord non si limita a rappresentare le maschere più profonde dell'immaginario collettivo attraverso l'invenzione di un linguaggio tutto "suo", ma ha campo libero per fare politica nel senso più classico del termine, cioè creando miti. La Lega si dimostra più gramsciana della sinistra, conquistando l'egemonia culturale e investendo in modo ramificato tutti i settori della società. La semplicità lessicale, popolare e dialettale agìta contro l'arroganza delle classi colte e urbane si trasforma nel suo contrario: l'arroganza della semplicità.

Grazie no. 7 idee che non dobbiamo più accettare

La presentazione e le recensioni di "Grazie no. 7 idee che non dobbiamo più accettare", saggio di Giorgio Bocca edito da Feltrinelli. Anche in Italia, il libretto di Stéphane Hessel "Indignatevi!" ha avuto un notevole successo: ma forse non c'è bisogno di andare in Francia a cercare un autore in grado di parlare come coscienza critica di un paese e di articolare una critica delle nostre condizioni attuali a partire dalle basi ideali della Resistenza al nazifascismo. Giorgio Bocca è il testimone per eccellenza di quei valori fondanti e di un'attività instancabile di ricerca della verità: per questo il suo nuovo libro individua una serie di idee a cui ci siamo assuefatti e che invece dovrebbero farci sobbalzare, farci scuotere dal torpore, farci reagire per cambiare. Dal mito della crescita infinita a quello della fine del lavoro, dall'inevitabilità della corruzione all'equivalenza tra fascisti e antifascisti, dall'incontrastato dominio sulle nostre vite della finanza e della tecnologia all'impoverimento della lingua e all'involgarimento dell'informazione. Un breve libro per illuminare la notte italiana e incenerire i falsi idoli e i luoghi comuni che ci propinano e vorrebbero farci accettare.
« Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano. »
(Italo Calvino)

VADE RETRO!

Manuale di autodifesa dalle religioni (quasi tutte) di Spinoza, Vauro Senesi

 Dubitare è facile, se sai come farlo: il collettivo più spietato del web incontra un monumento della satira italiana per raccontarci con ironia perché credere non conviene quasi mai.
Un libro senza precedenti, illuminante, esilarante, indispensabile. Credete a noi…

 Le religioni sono tante che non ci si crede.
In un momento in cui quelle uffciali attraversano una fase di declino, decine di nuovi culti più o meno raccomandabili hanno approfttato per prosperare e diffondersi: caderne preda è più facile di quanto sembri, anche per gli scettici più irriducibili (anzi, forse ci siete già dentro fno al collo e non lo sapete). In questo esilarante Manuale di autodifesa dalle religioni Vauro e Spinoza raccontano il loro viaggio attraverso tutti i principali culti, più o meno pagani, in voga ai nostri tempi. Dal Cristianesimo alla Apple, dal Calcio al Padanesimo, dal Vegetarianesimo a Scientology, i nostri eroi hanno sacrifcato il loro corpo e la loro anima per permettere al lettore di districarsi con agilità da ninja in una delle attività più controverse di tutta la storia dell’uomo: il credere. Grazie a queste illuminanti pagine Vauro e Spinoza spazzeranno via tutti i vostri dubbi sulla fede, sostituendoli con altri più grandi, facendovi tra le altre cose risparmiare un sacco di fatica: loro le religioni le hanno provate (quasi tutte), così non dovrete farlo voi.

ASSALTO ALLA GIUSTIZIA

Silvio Berlusconi non è più capo del governo ma le tossine sparse nella società italiana in questi anni resteranno a lungo. Folto è il catalogo degli epiteti scagliati sui magistrati più rigorosi: golpisti, malati di mente, eversivi, cancro da estirpare. Fino ai manifesti elettorali che intimavano “fuori le Br dalle procure”. Ma più grave è stato l’impegno del parlamento nel difendere interessi particolari attraverso iniziative vestite da riforme “epocali” della giustizia: il processo prima “breve” e poi “lungo”, la “prescrizione breve”, la separazione delle carriere. Obiettivo: ridurre l’indipendenza della magistratura, consegnare al potere politico il controllo delle indagini. Un “sabotaggio istituzionale” che Caselli documenta con passione in queste pagine. Avvertendo che il problema della legalità in Italia non è nato con Berlusconi e non si esaurisce con la sua vicenda politica. Lo spiega con la consapevolezza di chi di volta in volta si è sentito accusare di essere il “servo sciocco di Dalla Chiesa” contro il terrorismo, “comunista” e “toga rossa” contro la mafia, o addirittura “mafioso” contro le bombe carta delle frange estremiste in Val di Susa. Perché in Italia la pretesa di non subire il rigore delle leggi è diffusa e resistente. Eppure, ci ricorda l’autore, la legalità costituzionale è inseparabile dalla democrazia. E spetta agli uomini liberi difenderla.

Vicini di mafia

Storie di società ed economie criminali della porta accanto

Un libro per raccontare storie di economia criminale e di mafie fuori dai confini ristretti del Sud, in territori lontani da quelli originali dei clan mafiosi, dove si parlano lingue e dialetti diversi ma dove non è necessario essere poliglotti per riciclare enormi capitali sporchi e investire nell'economia legale e illegale.
Sotto la lente la penetrazione di ‘ndrangheta, Cosa nostra, camorra e Sacra corona unita in ogni settore della vita sociale, economica, politica e finanziaria in aree del Paese ritenute finora incontaminate come le province di Trento e Bolzano, il Friuli-Venezia Giulia, l'Abruzzo, il Molise e la Sardegna e in zone sempre più prese di mira come il Lazio, la Toscana, l'Emilia-Romagna. Roma ... – capitale delle mafie internazionali – dove le bande spartiscono il business con chi è in grado, nelle stanze che contano, di accrescerne potere e profitti, nel libro merita un capitolo tutto suo.

Mafia Export


Quasi ogni giorno, giornali e tv danno notizia di operazioni antimafia con arresti in diversi Paesi. Brevi servizi che non lasciano traccia nell’opinione pubblica, assuefatta e indifferente. In fondo, si pensa, sono storie che non toccano la nostra vita. Eppure, se si raccontasse che dietro queste operazioni c’è una realtà in cui narcotrafficanti della ’ndrangheta movimentano tonnellate di cocaina dal Sud America e comprano mercantili come fossero auto usate; che mafiosi condannati in Italia e ricercati vivono come imprenditori «coccolati» in Sudafrica; che la camorra ha creato una multinazionale del falso di marchi prestigiosi con filiali in tutto il mondo; che in Germania il traffico di droga degli ultimi vent’anni è passato per le pizzerie calabresi; che la ... Spagna è terra di conquista per i boss nostrani, che ne cementificano le coste e le usano come approdi per le loro partite di droga. Di fronte a questo scenario – in cui il fatturato annuo di ’ndrangheta, Cosa Nostra e camorra, circa 130 miliardi di euro, è superiore al Pil di tre piccoli Stati europei, e quasi il 10% della popolazione attiva nel Mezzogiorno lavora nell’«industria mafiosa» – si resta sgomenti. Qual è il confine fra economia pulita e criminale? Di cosa parliamo quando ci riferiamo alle mafie italiane nel mondo? E fin dove sono arrivate?
A tali interrogativi, Francesco Forgione risponde raccontando i principali progetti di «colonizzazione» economica mafiosa, chi li ha portati avanti e come sono andati a finire. E grazie alla mappatura completa della dislocazione globale delle «famiglie», fotografa lo stato attuale della «globalizzazione occulta» delle tre mafie italiane. Uno strumento unico per capire le dimensioni di quell’«economia canaglia» che intossica il mondo, più di quanto possiamo immaginare.

Assedio alla toga

Di seguito riportiamo un capitolo del libro “Assedio alla toga (un magistrato tra mafia, politica e Stato)”, un’intervista a Nino Di Matteo di Loris Mazzetti, dove il pm anti-mafia rompe il suo riserbo per spiegare come la Riforma costituzionale della Giustizia, la legge bavaglio, il processo breve metterebbero a rischio la democrazia.

Qualche tempo fa Silvio Berlusconi si è scagliato contro i giornalisti, gli scrittori, gli sceneggiatori che, scrivendo di mafia, infangano l’immagine dell’Italia all’estero: “La mafia italiana risulta la sesta organizzazione criminale al mondo, invece è la più famosa per colpa di chi scrive libri come Gomorra” ha detto, riferendosi a Roberto Saviano e agli sceneggiatori de “La Piovra”, un successo mondiale. E ha concluso con: “Andrebbero strozzati”, dimenticando che trasmissioni come La Piovra hanno alzato il livello di guardia e soprattutto sensibilizzato l’opinione pubblica, accendendo la luce sulla mafia. L’affermazione dell’onorevole Berlusconi sui giornalisti che “andrebbero strozzati”, somiglia (oggettivamente e pericolosamente) a quella profonda insofferenza nei confronti delle trasmissioni che parlano di mafia che spesso cogliamo nelle parole di tanti mafiosi, anche attraverso le intercettazioni. Cosa nostra ha sempre avuto un importante obiettivo: che di mafia non si parli. Perché i boss sono consapevoli che è nel silenzio, nell’ignoranza generalizzata sul fenomeno che i loro torbidi affari, gli intrecci con l’economia e con l’imprenditoria possono dipanarsi più agevolmente. Sarebbe enormemente gradito ai mafiosi che sparissero dai palinsesti televisivi tutti i programmi che parlano di mafia, in particolare le poche inchieste giornalistiche di approfondimento.
Quanto fastidio hanno dato ai mafiosi – e al contrario quanto stimolo positivo hanno rappresentato per tanti di noi – le inchieste giornalistiche di Pippo Fava in Sicilia? In un panorama in cui il paludatissimo Giornale di Sicilia degli anni Ottanta si limitava a fare il conto dei morti senza mai approfondire le ragioni più vere di ciò che stava accadendo, leggevamo, invece, nel mensile I siciliani, storie che da giovani studenti appassionati delle cose siciliane ci hanno stimolato a cercare di conoscere, approfondire, guardarci intorno, a cercare di comprendere cosa c’era dietro al fenomeno dei cavalieri del lavoro a Catania o allo strapotere politico di Salvo Lima a Palermo, di conoscere ancora gli enormi privilegi dei parlamentari e dei governanti della Regione siciliana o approfondire il contesto e le ragioni che portarono all’omicidio Dalla Chiesa. Quel giornalismo d’inchiesta ha rappresentato, per quella che poi è divenuta una parte significativa della classe dirigente o comunque della società civile siciliana, una splendida palestra in cui cercare di formare la propria coscienza sociale. Oggi di quel tipo di giornalismo si avverte, con rimpianto, un gran bisogno. (…)

continua ...

nel paese ... dei balocchi ...

Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto. Dico così perché anche i nemici della democrazia non sono ancora del tutto consapevoli del potere della televisione. Ma quando si saranno resi conto fino in fondo di quello che possono fare la useranno in tutti i modi, anche nelle situazioni più pericolose. Ma allora sarà troppo tardi.
Karl Popper

Anarchico è colui che dopo una lunga, affannosa e disperata ricerca ha trovato sé stesso e si è posto, sdegnoso e superbo "sui margini della società" negando a qualsiasi il diritto di giudicarlo.
Renzo Novatore (da I fiori selvaggi, in Cronaca Libertaria, 1917). 

commenti



mafiosamente


Loading...

in rete

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Italo Calvino


Diano Marina