RENZI A SCATOLA CHIUSA
Con Renzi ci vuole prudenza. Tra qualche mese i fatti assegneranno a Renzi un potere costituente – se manterrà le promesse – o il titolo di ciarlatano e golpista – sempre che non gli donino una scappatoia democristiana per evitare questo aut aut.
Renzi ha ottenuto un ampio consenso popolare alle elezioni europee e un ampio consenso parlamentare piegando persino Grillo grazie non solo allo sfacciato appoggio mass-mediatico ma pure a una serie di promesse tanto convincenti quanto sinora non mantenute, continua a porti domande con questo bell'articolo ...
Con Renzi ci vuole prudenza
rottamando anche il Made in Italy
dopo il pdl ed il berusconismo,
non ci rimane che il pd,
il fratello gemello del pdl,
adesso tocca a noi,
fare i conti!
MARCHI DEL MADE IN ITALY CHE NON C’E’ PIU’
settore agroalimentare
2013 • CHIANTI CLASSICO (per la prima volta un imprenditore cinese ha acquistato una azienda agricola del Gallo nero)
• RISO SCOTTI (il 25% è stato acquisito dalla società alla multinazionale spagnola Ebro Foods)
2012 – PELATI AR – ANTONINO RUSSO (nasce una nuova società denominata “Princes Industrie Alimentari SrL”, controllata al 51 per cento dalla Princes controllata dalla giapponese Mitsubishi)
• STAR (passata al 75% nelle mani spagnole del Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca)
• ESKIGEL (produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione – Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop) (ceduta agli inglesi con azioni in pegno d un pool di banche).
2011 • PARMALAT (acquisita dalla francese Lactalis)
• GANCIA (acquisita al 70% dall’oligarca russo Rustam Tariko)
• FIORUCCI –SALUMI (acquisita dalla spagnola Campofrio Food Holding S.L.)
• ERIDANIA ITALIA SPA (la società dello zucchero ha ceduto il 49% al gruppo francese Cristalalco Sas)
2010 • BOSCHETTI ALIMENTARE (cessione alla francese Financière Lubersac che detiene il 95%)
• FERRARI GIOVANNI INDUSTRIA CASEARIA SPA (ceduto il 27% alla francese Bongrain Europe Sas)
2009 • DELVERDE INDUSTRIE ALIMENTARI SPA (la società della pasta è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata)
2008 • BERTOLLI (venduta a Unilever, poi acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
• RIGAMONTI SALUMICIO SPA (divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International)
• ORZO BIMBO (acquisita da Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis)
• ITALPIZZA (ceduta all’inglese Bakkavor acquisitions limited)
2006 • GALBANI (acquisita dalla francese Lactalis)
• CARAPELLI (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
• SASSO (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
• FATTORIE SCALDASOLE (venduta a Heinz, poi acquisita dalla francese Andros)
2003 • PERONI (acquisita dall’azienda sudafricana SABMiller)
• INVERNIZZI (acquisita dalla francese Lactalis, dopo che nel 1985 era passata alla Kraft)
1998 • LOCATELLI (venduta a Nestlè, poi acquisita dalla francese Lactalis)
• SAN PELLEGRINO (acquisita dalla svizzera Nestlè)
1995 • STOCK (venduta alla tedesca Eckes A.G., poi acquisita dagli americani della Oaktree Capital Management)
1993 • ANTICA GELATERIA DEL CORSO (acquisita dalla svizzera Nestlè)
1988 • BUITONI (acquisita dalla svizzera Nestlè)
• PERUGINA (acquisita dalla svizzera Nestlè)
Elaborazione Coldiretti (comunicato stampa 4 luglio 2013)
Oltre a queste imprese dell’agroalimentare, imprese di tutti gli altri settori economici sono stati acquisiti da soggetti stranieri e l’elenco non è completo:
Banca Nazionale del Lavoro acquisita da Francia (BNPParibas)
BULGARI-GUCCI-FERRE’-COIN “ Francia
VALENTINO “ Inghilterra
STANDA – DUCATI “ Germania
SAFILO “ Olanda
REX-ZOPPAS-ZANUSSI-MOLTENI “ Svezia (Elettrolux)
Inoltre, massiccia è la penetrazione dei grandi gruppi della distribuzione (Carrefour, Auchan, Leclerc, Ikea, etc.) che portano all’estero profitti da tutti i nostri consumi.
Aggiungiamo che i nostri cantieri navali sono in crisi grazie alla concorrenza di Cina e Corea del Sud che producono a prezzi inferiori e con minori attese per le consegne, anche Alitalia si avvia a diventare araba, mentre la Fiat (ora FCA) non è più italiana sia come sede che ai fini fiscali. Recentissimamente i russi sono entrati nella Pirelli con oltre 500 milioni di euro. ENI e Finmeccanica sono i cosiddetti gioielli ancora da cedere.
Da questi dati è evidente che miliardi di profitti di tutti i settori non restano più in Italia, aggiungiamo la piaga dei capitali esportati clandestinamente nei paradisi fiscali, pensiamo ai 2.107 miliardi di euro di debito pubblico che ci costa di interessi 80 miliardi di euro l’anno, e la famosa RIPRESA della nostra economia, senza scelte eccezionali da parte del governo, appare una pietosa bugia, buona per cittadini trattati da sudditi.
Questi sono i risultati della tanto decantata Unione Europea e della tanto decantata globalizzazione le cui logiche sono quasi tutte da abbandonare.