Paolo Becchi: “La rielezione di Napolitano fu una tragedia nazionale, quella del suo successore una farsa”
“La rielezione di Napolitano fu una tragedia nazionale, quella del suo successore una farsa”. A pochi minuti, ormai, dall'ultimo atto del peggior presidente della nostra storia repubblicana, Paolo Becchi sul Fatto Quotidiano scrive come quello che dirà nel suo ultimo discorso da Capo dello Stato sarà irrilevante. Di tutto quello che si era promesso nel secondo mandato – dalla legge elettorale alla riforma istituzionale – non ha ottenuto nulla e il suo unico vero risultato, sottolinea Becchi, è stato il Jobs Act, “il quale, non creerà alcun nuovo posto di lavoro, ma garantirà quella libertà di licenziare che l’Europa neoliberista da tempo ci chiede”.Del resto, il sistema, in tilt per la candidatura di Rodotà, decise di sfidare la Costituzione e conferire a Re Giorgio un secondo mandato per una ragione precisa: bloccare l'aria di rinnovamento rappresentato da quel nuovo soggetto politico, il Movimento Cinque Stelle, in grado di rappresentare, con la sua rivoluzione di democrazia diretta, un ostacolo reale ai piani di quella partitocrazia, dominante da oltre vent'anni, e responsabile, con gli ultimi atti del Mes e Fiscal Compact, della totale distruzione del paese. Solo delle nuove Quirinarie sul modello delle precedenti del M5S potranno rendere vano questo secondo mandato di Napolitano e dimostrare come quell'aria di rinnovamento non è stata imprigionata. Il metodo Sciarra e la lenta trasformazione in forma-partito, abiurando ormai definitivamente alla democrazia diretta, ne sancirebbero, al contrario, il trionfo. Quello che il Movimento vorrà essere da grande, in ultima analisi, rappresenterà l'arbitro di questo secondo mandato di Re Giorgio I.
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