Fini e la fine di TommasoMerlo
Fini sa chi e’ Berlusconi, e lo sa dal primo giorno che e’ sceso in campo. Fini conosce la verita’ sui castelli di menzogne costruiti dal Premier in quindici anni, e’ ridicolo credere il contrario. Fini e’ tutto tranne che ingenuo, Fini e’ un calcolatore che procede a piccoli passi verso la meta, con determinazione e cinismo intelligente se serve. Non sarebbe leader della ex destra italiana da vent’anni con la sicurezza di un impiegato se fosse diversamente.
Ebbene, per convenienza personale e del suo partito, Fini, pur conoscendo l’uomo Berlusconi, ha deciso di unirsi prima come alleato e poi addirittura come socio fondatore della Pdl. Un patto col diavolo, un’Opa sul partito dei conservatori italiani che Fini oggi ammette di avere in mente. Oggi Fini svela implicitamente di aver sorvolato sull’anomalia democratica di Berlusconi perche’ gli serviva il suo consenso nel Paese e il suo potere per perseguire il progetto di destra europea.
Alcuni ritengono che questa sia la politica. L’equilibrio tra interessi e valori. Altri pensano che si tratti solo di bieca partitocrazia dove al posto delle idee contano i voti e tutto e’ legittimo pur di vincere. Sta di fatto che lanciata l’Opa, Fini sapeva che non era ancora venuto il suo momento e’ ha scelto di aspettarlo alla Camera dei Deputati, un ruolo che lo tenesse fuori dalle porcherie populiste e gli tenesse in frigo un’autorita’ morale utile per puntare alla leadership dei Tories alla matriciana una volta il vecchio si fosse deciso a mollare.
Ora, Fini ha capito che il momento che aspetta da anni sta arrivando. Berlusconi sta crollando sotto le macerie della sua inconsistenza politica e della sua miseria morale. Ad inchiodarlo, paradossalmente, e’ il suo peccato minore, la lussuria, minore ma dannatamente dimostrabile. In complessi casi di corruzione se hai i milioni per permetterti certi ghedini in Italia te la cavi sempre, ma se una escort ti sputtana col telefonino...
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berlusconi (spacciatore di 'giornalisti' by berluscontrollo) un abusato.
Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, impone ai politici il buon governo.Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane.Un giornalista incapace,per vigliaccheria o per calcolo,della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare,le sofferenze,le sopraffazioni,le corruzioni,le violenze,che non è stato capace di combattere.Giuseppe Fava.Giornalista assassinato dalla mafia a Catania il 5 gennaio 1984.
un Uomo libero.
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