Per l’equità ci vuole coraggio di Rodolfo Roselli
Tutti gli italiani sono consapevoli che i sacrifici richiesti dovrebbero portare a dei benefici, almeno così ci è stato detto, per ora una promessa, domani….si vedrà.
Ma contemporaneamente si era assicurata equità, equità che significa che i sacrifici li devono fare tutti, a misura dei benefici fino ad ora goduti.
Equità non è solo un’esigenza di conti numerici, è un’esigenza di conti con la coscienza, è un’ esigenza che si possa riaffermare ancora una volta che ….mal comune mezzo gaudio.
Ma attenzione è anche un’ esigenza che possa smorzare sul nascere ogni occasione di rivolta, ogni occasione per boicottare poi tutto se, nel tutto, si dimostra che non esiste equità.
Non abbiamo dubbi che il prof. Mario Monti lo ha detto e lo vorrebbe fare, ma tra il dire e il fare occorre scavalcare l’abisso della nostra politica, sempre pronta a chiedere e mai disposta a dare.
Il problema della capacità realizzativa del prof. Mario Monti non è dunque nel non sapere quel che si dovrebbe fare, ma nella libertà limitata che gli è stata concessa dalle forze politiche.
Un governo di persone capaci, tenuto al guinzaglio dagli attuali partiti.
E la dimostrazione di quanto sopra lo si capisce chiaramente dalla scarsa incidenza e dalla diluita tempificazione dei provvedimenti orientati a ridurre drasticamente i costi della politica.
Perché la politica di oggi non è ancora sufficientemente sazia di ricevere i rimborsi elettorali attuali, gonfiati di proposito, prendendo come misura non i voti espressi, ma gli elettori iscritti nelle liste elettorali. Insomma chi non vota, perché disgustato dai partiti, contribuisce forzosamente al loro finanziamento. Rimborsi elettorali che fanno dell’Italia il paese europeo che spende di più per mantenere i partiti.
Ma non si era detto che l’Italia doveva uniformarsi alle regole europee?
Con questo trucco, che ha disgustato anche la Corte dei Conti, nelle elezioni europee del 2004,ad esempio, i partiti spesero in tutto circa 88 milioni di euro, ma quando passarono alla cassa ne ricevettero circa 250, con un utile netto di circa 162 milioni. E tutto questo grazie ad una legge del 1993, che avrebbe dovuta essere abrogata grazie al referendum del 18 aprile 1993, ove il 90,3% dei votanti aveva richiesto l’abolizione del finanziamento pubblico,ma sbeffeggiata, semplicemente cambiando la parola da finanziamento dei partiti a rimborso elettorale.
Dunque abusi della prima Repubblica tranquillamente confermati dalla seconda.
Dunque equità inesistente confermata anche dal prof. Mario Monti.,,, leggi tutto disinformazione.it
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