Je suis George!
di Saverio Lodato - 15 gennaio 2015
Napolitano se ne è andato, ma rimane. L’Italia politica ha proclamato il lutto nazionale. I quotidiani che si riferiscono a un’opinione pubblica di sinistra, almeno quella che ne rimane, pubblicano editoriali e commenti a mezz’asta. I notisti del Quirinale, mentre si mettono alle tastiere dei p.c., in queste ore, hanno gli occhi lucidi.
"Je suis George", sembrano sussurrare all’unisono.
E infatti segnalano che si è aperta una crepa, un vuoto incolmabile, l’inizio di una fase in cui niente sarà più come prima. Roosevelt? Truman? Churchill? De Gaulle? Hirohito? Siamo lì. E’ quella la categoria di appartenenza.
A noi, invece, è tornato alla memoria Bartleby lo scrivano, quel memorabile personaggio di un racconto di Melville che alla decisione del suo datore di lavoro, un avvocato newyorchese, di liberarsi definitivamente di lui, intimandogli lo sfratto dall’ufficio, rispondeva invariabilmente laconico: "Preferirei di no". E tanto si ostinò che il suo datore di lavoro, esasperato, trasferì la sua attività da un‘altra parte lasciando che Bartleby vagasse come un fantasma fra le stanze del suo vecchio studio…
Napolitano, infatti, se ne va, ma non se ne va. Rimane senatore a vita, grande elettore del suo successore, oculato tessitore di quelle riforme che non ha visto tradotte in pratica sebbene si fosse concesso un discreto lasso di tempo - nove anni - in cabina di regia, e che, con il piglio dell’ultimatum, aveva squadernato davanti ai tre premier da lui voluti, Monti, Letta e Renzi, pur che non fosse restituita la parola agli elettori. Il che puntualmente è accaduto.
Ora che Napolitano se ne è andato, ma è rimasto, piangono in tanti. A parte i ragazzacci, alla Salvini o alla Grillo, tutti gli altri hanno accompagnato le amare lacrime con pensierini degni delle letterature di regime dei paesi dell’est: Resta. Non te ne andare. Ci mancherai. Sarai il nostro Punto di Riferimento. L’Italia è salva grazie a te. L’Italia si salverà grazie a te. E’ merito tuo se ci rispettano in Europa. Pianti, abbracci, e arrivederci.
Che la politica italiana fosse ormai alla canna del gas, si sapeva e nessuno ne fa più mistero. Che la cosa che sa fare meglio sia rubacchiare alla grande ce lo raccontano puntualmente le cronache. Ma assistere al teatrino di un esercito di "orfanelli" incapaci di immaginare il loro futuro senza che a guidarli sia la mano salda di un signore novantenne che gli faccia i compiti giorno per giorno, dovrebbe far riflettere... continua www.antimafiaduemila.com
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