LA CRISI FA POVERI TROPPI, MA FA RICCHISSIMO QUALCUNO
Viviana Vivarelli
Ma da dove vengono i miliardi che la Bce dà alle banche private?
Ovviamente, non essendo la Bce una banca normale o una Fed che stampa valuta, i 16.000 miliardi di euro che ha prestato alle banche private allo 0,15% di interesse perché ci comprassero titoli di Stato al 4% di usura vengono alle nostre tasche.
Per cui noi siamo tartassati affinché le banche private europee se le spassino e sono anche le uniche ad averci guadagnato dalla crisi e le uniche che spingeranno sempre per distruggere ogni forma di democrazia e ostacolare ogni tentativo di ripresa. Le nostre sofferenze e i nostri sacrifici nell’Europa dell’euro sono serviti solo ad arricchire banche private, le quali, per di più, per la regola che si investe là dove si spera in un profitto maggiore, si guardano bene dal riversare questi soldi nell’economia reale ma speculano in transazioni finanziarie ad alto rischio, in particolare di quei titoli tossici o spazzatura il cui ammontare dal 2007 in poi è diventato 10 volte il Pil mondiale.
Tutto il gioco è tenuto in piedi da speculatori che sono in piccola parte le banche private stesse e in massima parte un pugno di forse 200 grandi magnati internazionali che giocano a poker con l’Occidente, puntando sul suo fallimento.
La Bce si comporta come una banca privata che arricchisce i soci in affari, ma anche Bankitalia è una banca privata e Monte dei Paschi di Siena è addirittura una banca di partito.
Come i partiti sono entrati anch’essi nel grande gioco della speculazione turbo capitalista, abbiamo visto di tutto, una confusione tra banche di deposito e banche di investimento che rischia di diventare fatale, l’elezione ai vertici europei dei responsabili maggiori dei paradisi fiscali, come Junker, le pressioni commerciali della destra statunitense che ora preme anche su Obama, e anche soldi pubblici dati agli enti locali ma investiti nei titoli tossici con le cariche massime delle istituzioni decise da banche estere come la Goldman Sachs o dal Fm.
Ciò rende ovvio come mai nessuno penserà mai a privatizzare una banca fallita come il Monte dei Paschi di Siena e sarà inutile chiedersi come mai per sopperire alle perdite di banche che usano i loro patrimoni per la speculazione pesante lo Stato cambi le regole così che le banche italiane abbiano di fatto un aumento di capitale di 7 miliardi..
Ma quando uno Stato, invece di sopperire a servizi ai cittadini, diventa un operatore di Borsa, la fine è sempre la stessa: la disperazione di quanti in quello Stato nemmeno capiscono quanto accade, il fallimento dello Stato stesso in quanto sistema democratico, il risucchiamento di ogni bene e diritto del cittadino, la crisi totale del suo tessuto produttivo, mentre paradisi fiscali e leggi consenzienti permetteranno agli speculatori potenti di salvarsi sempre, come è accaduto in Argentina.
Una delle conseguenze di questo feroce comportamento politico neoliberista renziano è data dai tagli proprio ai servizi dello Stato e i tagli alle forze di polizia, perpetrati ormai sistematicamente da anni rientrano in questo schema: impoverire lo Stato, privatizzare i servizi, aumentare le tasse alla solita base imponibile medio-bassa, e nel contempo spingere a privatizzazioni sempre più azzardate (Renzi sta spingendo anche per quella privatizzazione dell’acqua, che è stata rifiutata dal referendum come grande conquista popolare e momento ineguagliabile di democrazia diretta. Ma Renzi della democrazia proprio se ne sbatte come dei referendum o dei diritti sanciti dalla Costituzione e procede inesorabile verso una dittatura del capitale sempre più feroce e paralizzante in cui torneremo indietro di 70 anni, con la reimposizione di un nuovo fascismo.
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